Marco Cevolani eletto segretario del Circolo PD di Cento

Ho iniziato a frequentare la casa del popolo nel lontano 1994, quando ancora una parte di questo stabile era occupato dal Centoggi, quando ancora il Partito Democratico non c'era, quando attorno alla stessa casa del popolo gravitava una piccola grande comunità di volontari che ha accolto un ragazzino di diciassette anni a braccia aperte, come poi solo la nostra gente sa fare. Certo solo da pochi anni ho scelto di unirmi alla grande famiglia del Partito Democratico e ho deciso di proporre la mia candidatura come Segretario di Circolo perchè, lo dico veramente senza falsa retorica, ho tante idee sulle quali mi piacerebbe coinvolgere tutti quanti voi, perchè credo che un partito non possa esistere senza militanza, senza volontari.
Come spesso succede, quando non esiste una via di mezzo, si creano estremi.
Sono in tanti ad accorgersi oramai delle discriminazioni, delle violenze, non solo fisiche, che in Italia è costretto ad affrontare, chi ha la pelle di un diverso colore, chi vive ai margini della società, chi è omosessuale. E sono in tanti a rendersi conto di come non sia una situazione che possa continuare. E' assurdo opporsi all'apertura del tempo.
Non siamo nel Medioevo e non ha senso continuare a comportarsi come se lo fossimo.
La libertà civile, la giustizia sociale sono fonte di prosperità materiale.
Ogni italiano deve poter godere dei privilegi che gli derivano dalla sua cittadinanza, perchè chi nasce in Italia è cittadino italiano, senza distinzione di razza o di colore. Ogni italiano, insomma, deve avere il diritto ad essere trattato come desidera, come ognuno di noi vorrebbe che fossero trattati i propri figli.

Il mondo in cui viviamo oggi è lontano anni luce dal quel 1994. E' da poche settimane che si è insediato il nuovo governo che vede la partecipazione del nostro partito, un governo su cui tutti noi e tutti gli italiani ripongono grande attenzione e speranza: si tratta di una sfida importante che il PD certo non può fallire. Non dimentichiamoci però che governiamo assieme a chi governava con la Lega e ha dato vita ad uno dei peggiori governi dell'era repubblicana. Abbiamo assistito ad una recrudescenza di atti e comportamenti improntati al fascismo più becero, che molti di noi forse non hanno vissuto sulla propria pelle, ma che sicuramente nessuno vorrebbe rivedere proposto come modello di società. Fortunatamente ci sono episodi che ci fanno capire, come insegna la mitologia di quell'antica terra in cui la Democrazia è nata, che sotto a tutti i mali, in fondo al vaso di Pandora, c'è la speranza, speranza che è rappresentata anche dai giovani che sono scesi in piazza a favore dell'ambiente, ma è chiaro che l'impegno ambientale deve diventare un'assunzione di responsabilità delle forze politiche, tutte, ma soprattutto la nostra.
A proposito di giovani: si parla di voto ai sedicenni, personalmente non la ritengo una priorità e la ritengo anche una forzatura, ma vista la polemica fatta dai "grandi" su un piatto di tortellini, allora dico ben venga a questo punto il voto dei giovani, che magari sia in grado di spazzare via simili ottusi ragionamenti.
Qualcuno su facebook ha scritto: "Sono di sinistra perché la sera voglio che ogni persona insieme a me al bancone del pub abbia un bicchiere in mano, anche se dovrò pagarlo io. Sono di sinistra perché se osservo qualcuno da così vicino da vederne il colore degli occhi quello della pelle non ha nessuna importanza. Sono di sinistra perché la sicurezza a scapito dei diritti è solo sicurezza per pochi. Perché un'opinione non è tale se non può essere discussa. Sono di sinistra perché chi tira acqua al proprio mulino prima o poi prosciuga il fiume. Sono di sinistra perché è qualcosa che sono prima ancora di qualcuno che voto, perché ci nasci e non ti ci fanno "diventare". Sono di sinistra perché non sono negoziabile, perché non dovrò mai aggiungere "ma". Sono di sinistra anche quando a sinistra non c'è nessuno che meriti il mio voto. Perché non mi fermeranno mai mentre scappo travestito da uno di destra."
Io penso quindi che essere di sinistra non sia un'etichetta ma un valore, valore da tenere ben stretto.
Tutti oramai da diverso tempo ci siamo accorti che esistono due Italie. Una rumorosa, ignorante, becera, chiusa e ottusa. Retrograda e imbarazzante. L'altra speculare.
I pregiudizi da combattere sono tanti e in un paese civile non ci può essere diseguaglianza sociale, non ci può essere povertà, non ci deve essere emarginazione, di nessun tipo.
La battaglia contro le discriminazioni non deve essere condotta solo da meritorie avanguardie ma deve diventare un ben più vasto impegno civile.

In questo contesto il Partito Democratico è tornato a essere forza di governo, a livello nazionale. Ora ci attende la sfida più difficile: quella di tornare al governo della nostra città. Il tempo dell'analisi della sconfitta c'è già stato, ora dobbiamo tornare a vincere.

E' innegabile che la presenza fra la gente sia la benzina principale di ogni movimento politico, non solo ai fini del consenso elettorale ma come adempimento al compito più alto che ogni partito dovrebbe ambire a svolgere, quello di fare politica e nel termine politica c'è già il significato di quello che deve essere: servizio alla città, ai cittadini.
La nostra sede deve diventare punto di riferimento per simpatizzanti, sostenitori e militanti, dove poter portare le segnalazioni, venire a fare due chiacchiere, quindi dovrà essere aperta il più possibile. Deve divenire anche un centro di iniziative culturali e politiche e in questo senso occorrerà addivenire ad un chiarimento con gli amici compagni della cooperativa di Ferrara: questo stabile non può essere abbandonato a se stesso.
Come partito dovremo essere presenti sempre più con maggiore efficacia sui principali tavoli di discussione e in questo senso dovrà essere implementata la nostra presenza sui social media, on line, sulla stampa locale. Le cose da dire sono tante. E ogni spunto può essere interessante.

Le elezioni comunali del 2021 saranno l'obiettivo da centrare. Ci dobbiamo fissare un obiettivo minimo o massimo? Per poter parlare in un caso di vittoria o per non dover parlare di cocente sconfitta? No, ma dobbiamo prima proporre un modello di amministrazione che certamente deve essere costruito sulle fondamenta della nostra precedente esperienza amministrativa.
Non è certo il momento di parlare di programmi di governo, anche perchè stiamo eleggendo i segretari di circolo e quello comunale, ma il nostro partito dovrà trovare convergenze su politiche ambientali, rivedere la viabilità interna nell'ottica cispadana, prestare attenzione alle istanze che provengono dalla frazioni. Rilanciare la cultura e il turismo. Ascoltare le necessità che provengono dall'associazionismo e dal mondo imprenditoriale, linfa vitale per la nostra città. Occorre ricostruire o costruire una rete di contatti, fare rete, confrontarsi con la cosiddetta società civile e cercare di uscire ogni tanto dal pragmatismo di chiuse segreterie.
Nei prossimi mesi si dovrà certo ragionare sul nome del candidato sindaco e del progetto politico, il tempo non è più tanto. Non dobbiamo fare l'errore, a pochi mesi dal voto, di proporre un nome frutto magari di fragili compromessi o calato dall'alto da chissà quale realtà partitica perchè ci sono "degli equilibri" da difendere.
Il nostro gruppo consigliare ha svolto in questi tre anni un eccellente lavoro, perchè non solo c'era da fare opposizione ma anche difendere il lavoro svolto dalla precedente amministrazione. Tuttavia è ora giunto il momento del cambiamento, di portare nuove esperienze in consiglio comunale, per preparare la nostra prossima esperienza, esperienza che speriamo possa essere esperienza di governo. Non si tratta di buttare via quanto fatto, anzi, l'avvicendamento del gruppo consigliare deve essere visto come transizione. Ci saranno comunque le opportune sedi ove discutere questo.

Il PD deve tornare a essere comunità per i simpatizzanti, una porta aperta per chi si riconosce nei nostri valori e deve estendere il senso di comunità inclusiva alla propria visione di città, una città che apre le porte allo straniero, che stia vicino a chi è in difficoltà. Possiamo tutti noi auspicare per la nostra città un cammino - un percorso che tutti noi possiamo fare assieme - che la porti a essere, come lo è stato in passato, una città differente, una città davvero per tutti, una città inclusiva.

Il PD di Cento deve avere un organo di informazione, quello che senza vergogna dobbiamo chiamare giornale di partito, abbiamo la necessità di comunicare ad un pubblico che non sia solo quello del web.
Nel nostro comune deve tornare a essere la Festa dell'Unità, uno sforzo certo notevole, un progetto di lunga gittata ma che dobbiamo perseguire.
Non vedo l'ora di poter iniziare, se lo vorrete e con l'aiuto certo di tutti voi il mio ruolo di segretario di Circolo, anche assieme a chi magari non pensa di votarmi, perchè dalle critiche, anche quelle più feroci e aspre, arrivano sempre spunti interessanti, e poi tranquilli, mi è geneticamente impossibile portare rancore.
Concludo con una frase dell'Ulisse di Tennison: "Ora non siamo noi l'antica forza che in tempi andati mosse terra e cielo, ma quel che siamo, siamo, uguale tempra d'eroici cuori, un poco indeboliti dal tempo e dal fato, ma indomito è il nostro volere di lotta"

Intervento all'Assemblea Comunale per la candidatura a Segretario di Circolo PD di Cento

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