MUSICA DAL CAMPO DI PRIGIONIA: IL “QUARTETTO” DI OLIVIER MESSIAEN CHIUDE L’AMIATA PIANO FESTIVAL




Scritto dal maestro francese durante la Seconda Guerra Mondiale nello Stalag di Görlitz, il Quatuor pour la fin du temps sarà eseguito il 7 dicembre 2019 nell’ultima serata della XV edizione della rassegna. Sul palco del Forum Bertarelli di Poggi del Sasso: Gabriele Pieranunzi, Silvia Chiesa, Gabriele Mirabassi, Maurizio Baglini e Guido Barbieri.
Nel 1940 il compositore francese Olivier Messiaen, richiamato dall’esercito in guerra, cade prigioniero dei tedeschi e viene internato nel campo di Görlitz, in Slesia. Con lui vengono catturati altri tre musicisti: il violinista Jean Le Boulaire, il clarinettista Henri Akoka e il violoncellista Etienne Pasquier. Prende forma in queste drammatiche circostanze il Quatuor pour la fin du temps (Quartetto per la fine del Tempo), un’opera «scritta per i musicisti e gli strumentisti che avevo, per così dire, sotto mano» – racconterà l’autore – ed eseguita per la prima volta in una baracca dello Stalag davanti a cinquemila prigionieri.
Il toccante capolavoro del maestro di Avignone sarà eseguito sabato 7 dicembre 2019, ore 19, al Forum Bertarelli di Poggi del Sasso (Cinigiano, GR) per l’ultimo concerto della XV edizione dell’Amiata Piano Festival. Il Quatuor verrà eseguito integralmente nella versione originale, ma tra una e l’altra delle otto sezioni interverrà una voce narrante che, basandosi su fatti storici certi, trasformerà in racconto la straordinaria genesi dell’opera e gli interrogativi che ancora oggi solleva. L’interpretazione è affidata ad alcuni tra i più apprezzati solisti italiani: Gabriele Pieranunzi, violino; Silvia Chiesa, violoncello; Gabriele Mirabassi, clarinetto; Maurizio Baglini, pianoforte. Testi e voce recitante sono del musicologo Guido Barbieri, voce “storica” di Rai Radio3.
«Ispirato da un passo dell’Apocalisse di San Giovanni, il Quartetto di Messiaen è intriso di una profonda spiritualità e travalica il terribile contesto in cui vide la luce» – commenta Maurizio Baglini, fondatore e direttore artistico della rassegna sostenuta dalla Fondazione Bertarelli. «È una musica che ancora oggi ci colpisce per la sua forza emotiva, sono felice di condividere la responsabilità di eseguirla con colleghi di straordinaria levatura e sensibilità».
Alla serata saranno presenti rappresentanti della sezione italiana di Amnesty




Biografie
Maurizio Baglini
Il pianista Maurizio Baglini vanta una brillante carriera come solista, camerista, didatta e direttore artistico. Come solista si esibisce in sedi quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, la Salle Gaveau di Parigi, il Kennedy Center di Washington ed è ospite di prestigiosi festival, tra cui La Roque d’Anthéron, Yokohama Piano Festival, Australian Chamber Music Festival, “Benedetti Michelangeli” di Bergamo e Brescia. Ha eseguito oltre cinquanta volte in tutto il mondo la “Nona Sinfonia” di Beethoven nella trascendentale versione pianistica di Liszt e la sua vasta produzione discografica per Decca/Universal comprende musiche di Schumann, Liszt, Brahms, Schubert, Domenico Scarlatti e Mussorgsky. Fondatore e direttore artistico dell’Amiata Piano Festival, è consulente artistico per la danza e la musica del Teatro “Verdi” di Pordenone e Ambasciatore culturale della Regione Friuli Venezia Giulia. Suona un grancoda Fazioli.
Guido Barbieri
Guido Barbieri, critico musicale del quotidiano La Repubblica, insegna Storia ed estetica della Musica al Conservatorio “Maderna” di Cesena. Da alcuni decenni voce “storica” di Radio 3 si dedica principalmente, oggi, alla drammaturgica musicale, rivolgendo una particolare attenzione alla “musica della realtà”. Ha scritto testi, libretti e readings per molti teatri in Italia e all’estero, in collaborazione con alcuni dei più noti musicisti, compositori e registi italiani. I titoli più importanti sono Portopalo. Nomi su tombe senza corpi, Night Commuters, Three Miles Island, Al Kamandjati, basato sulla storia del muscista palestinese Ramzi Aburedwan, Le ossa di Cartesio. Numerosi in particolare, i testi e gli spettacoli dedicati alla musica della Shoah. Tuttora scrive saggi e tiene conferenze per le maggiori istituzioni musicali italiane. Attualmente è direttore artistico della Società dei Concerti Guido Michelli di Ancona e membro della direzione artistica dell’Archivio Nazionale del Diario di Pieve S. Stefano. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Feronia per la critica musicale.
Silvia Chiesa
La violoncellista Silvia Chiesa è tra le interpreti italiane più in vista sulla scena internazionale. Ha contribuito in modo decisivo al rilancio del repertorio solistico del novecento italiano, anche grazie a un importante progetto discografico per Sony Classical con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Corrado Rovaris e da Massimiliano Caldi. Dedicataria di composizioni solistiche con orchestra di Corghi e D'Amico, è stata scelta da compositori come Clementi e Davies per prime esecuzioni di loro opere. Come solista si è esibita con compagini quali l’Orchestra Nazionale della Rai, l’Orchestra del Maggio Musicale AMIATA PIANO FESTIVAL 2019 | www.amiatapianofestival.com | info@amiatapianofestival.com
Fiorentino, l’Orchestra della Toscana, la Royal Philharmonic Orchestra, i Solisti di San Pietroburgo, l’Orchestra di Rouen, la Staatsorchester Kassel e la Sinfonica di Cracovia. Suona regolarmente in duo e registra per Decca con il pianista Maurizio Baglini. È artista residente dell’Amiata Piano Festival e docente al Conservatorio “Monteverdi” di Cremona. Suona un violoncello Giovanni Grancino del 1697.
Gabriele Mirabassi
Clarinettista italiano che si muove con uguale disinvoltura sia nella musica classica che nel jazz. Negli ultimi anni poi svolge una ricerca approfondita sulla musica strumentale popolare brasiliana e sudamericana in genere. Collabora inoltre sistematicamente con artisti di ambiti eterogenei, partecipando a progetti di teatro, danza e canzone d’autore. Tra le numerose collaborazioni nel jazz: Richard Galliano, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Marc Johnson, John Taylor, Steve Swallow, Stefano Battaglia, Roberto Gatto, Rabih Abu Khalil, Edmar Castaneda. Nella musica classica: John Cage, Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra d’Archi italiana, Banda Sinfonica do Estado de Sao Paulo, Ensemble Conductus, Orchestra Bruno Maderna. Particolarmente interessato alla definizione di una poetica musicale che faccia incontrare il repertorio colto con quello popolare, presenta un programma di opere solistiche per clarinetto e orchestra d’archi da lui appositamente commissionate.
Gabriele Pieranunzi
Già allievo di Salvatore Accardo e Stefan Gheorghiu, si è presto imposto all’attenzione del pubblico e della critica avendo ottenuto una lunga serie di premi in importanti competizioni internazionali (“Paganini” di Genova, “Varga” di Sion, “Spohr” di Friburgo, “Romanini” di Brescia, “Lipizer” di Gorizia, “Viotti” di Vercelli, Biennale di Vittorio Veneto). La sua attività lo ha portato ad esibirsi nei principali centri musicali in Italia ed all’estero. Tra i suoi successi più recenti, l’invito all’Al Bustan Festival di Beirut e l’uscita per la rivista Amadeus (numero di marzo 2019) del cd dedicato a E. Chausson con la pianista Jin Ju ed il quartetto d’archi della Philharmonia Orchestra di Londra (Philharmonia Chamber Players) con i quali ha appena effettuato un tour in Italia. Questo progetto dedicato a Chausson prevede concerti anche in Inghilterra e Cina. Suona il violino Ferdinando Gagliano ex Gioconda de Vito del 1762, gentilmente messo a disposizione dall’associazione Pro Canale Onlus.


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